L’epidemia e l’isolamento ci hanno sottratto costituenti vitali: le relazioni umane, la libertà di vivere il nostro tempo. La mente subisce sensazioni e situazioni inusuali alle quali non era abituata e sviluppa una giustificata sofferenza. Il cervello, costretto nello spazio e nelle azioni, affronta un drastico abbassamento di stimoli. Impediti nel dedicarci ai nostri progetti viene a restringersi la potente capacità immaginativa che illumina il nostro futuro. Soffriamo la diminuzione di comunicazione emotiva e verbale dei nostri simili ordinati ad imposto intervallo, invalidati da apparati protettivi. Siamo colpiti nella dimensione più antica e funzionale della specie: la possibilità di potersi fidare. Si deforma la dimensione temporale del vivere quotidiano e ci ritroviamo catapultati in percezioni di attimi infiniti o sequenze di segmenti che sfuggono, si interrompono, si accavallano. Travolti dalla giustificata tempesta emotiva dormiamo sonni poco tranquilli, ci alimentiamo in maniera nervosa e disordinata. Contesti imposti e prolungati senza alternanza tolgono splendore a piaceri, legami, sentimenti. Dinnanzi a già esaurienti motivi di sofferenza rischiamo di attribuire a personali responsabilità possibili inadeguatezze, esponendoci così ad una superflua doppia condanna: una che subiamo, l’altra che potremmo infliggerci.
È vero, la mente apprende per differenze e paradossalmente questo contesto di temporanea limitazione ci può offrire l’occasione di analizzare, per mancanza, le immense capacità intellettive ed emotive di cui disponiamo. Di ri-conoscere la potenza dell’organo cervello che sottende alla mente e che ci ha portato nel bene e nel male all’apice dell’evoluzione. Stupefacente nell’attività speculativa, infinito nella gamma di espressione ed identificazione emotive. Ha permesso di riconoscerci, fidarci e collaborare, sviluppare significati e simboli che nessun altro essere vivente del pianeta era riuscito a fare. È questo il momento di proteggerlo, di continuare nell’esercizio delle sue capacità plastiche e di adattamento alle situazioni più difficili. Alimentiamo la mente, alimentiamo la speranza attraverso semplici strategie.
1. Impegniamoci a ripristinare una routine del quotidiano per aiutare la mente a trattenere contatto con la realtà ed evitare percezione di disorientamento spazio temporale.
2. Salvaguardiamo una buona autostima attraverso il fare. Dedichiamo tempo a passioni e piacevoli impegni che è possibile praticare per agevolare la distrazione da situazioni oggettivamente difficili e preoccupanti. Conserviamo attraverso le nostre azioni una valenza costruttiva della dimensione temporale e la soddisfazione di raggiungere obiettivi.
3. Sforziamoci di praticare gentilezza verso gli altri. Impediamo che la rabbia dovuta alla costrizione di spazi e risorse prenda il sopravvento, avveleni le nostre menti e metta in azione pericolose escalation. Preserviamo e proteggiamo in noi e negli altri, attraverso l’attuazione di atti gentili il valore e la risorsa delle relazione interpersonale.
4. Alleniamo la mente a guardare uno scenario oltre la sciagura. Proviamo ad immaginare cosa potremo fare domani quando tutto questo sarà finito. Rivolgiamoci la domanda: come posso impiegare il tempo di cui dispongo oggi per realizzare cosa mi servirà domani? Profittiamo della temporanea stasi per concentrarci su noi stessi e situazioni a noi importanti.
5. Pratichiamo esercizio fisico a casa o dove sia possibile, per evitare l’indebolimento del sistema scheletrico, muscolare ed immunitario. Agevoliamo attraverso il moto la produzione di endorfine, sostanze chimiche prodotte dal cervello che sviluppano una piacevole sensazione di benessere e di analgesia.
6. Evitiamo di parlare delle nostre motivate preoccupazioni e di chiedere rassicurazioni in maniera continuativa per evitare alla mente stress prolungato e scongiurare picchi di ansia.
7. Dedichiamo un momento delimitato della giornata per far fluire le nostre emozioni ed evitare che ci travolgano. Facciamolo sotto forma di scrittura o parlando con una persona che ci ascolti e ci aiuti a mettere fuori eccessi emotivi. Attiviamo uno spazio in cui l’altro eviti di consolarci o di condividere ulteriori preoccupazioni, ma che sia disponibile a poter ascoltare ed offrire una occasione di decompressione emotiva.